Nobiltà allo stato puro!

“Sorry…click? click?”

Mmm è la terza volta che la uso. Non credo di aver percorso nemmeno 100km, ma non si può dire di no ad un sorriso così entusiasta.

Spiego al’indiano come fare per salire in sella senza graffiarmela e…click click: Foto in riva al lago seduto su una fiammante Ducati 748 rossa.

Lo smilzo scende tutto entusiasta e non finisce più di ringraziare. Gli sorrido di cuore senza sapere quanto pesante sarà quell’istante.

Come temevo la spia della benzina non funziona correttamente. Oltre ai soldi appena spesi per sistemare le piccolezze e personalizzarla, ne dovrò spendere qualcun altro…ma questo oggi non conta. Lo farò più avanti. 20€ di pieno per spolverare via l’unico difetto che quest’oggi potrei vedere nel mio sogno e via.

Vernice, ferro e pelle vengono grattuggiati. Carene, vetri e carbonio skizzano investendo la strada. Fra le scintille si illumina un corpo che fa sparire la moto, la strada, il lago. E’ il buio. Ora sulla strada c’è solo una sagoma che striscia incontrollata verso una curva dalla quale non voglio che appaia nulla. Fa che non appaia…fallooooOOO!!!…Si arriva al guardrail che si tramuta in lama sulla quale spero non venga strisciato il corpo provato dall’asfalto. Un rimbalzo. La schiena si inarca, all’indietro puntando verso il lago ripiegando poi in avanti. Il corpo cade a terra e si mette e gattoni. Mani sul caso.

Tutto è fermo. Tutto è silenzio. Attorno non esiste nulla. Corro verso la sagoma stordita dall’accaduto.

TuTum, TuTum, TuTum, TuTum. “Stai fermo Clà! Siediti! Clà!, Stai calmo! Lascia stare la moto Clà! Calma!…Respira…Clà!…Tranquillo Clà! Non ti preoccupare! Stai fermo! riposati! Siediti Clà!”. “Dove hai male Clà?” “Clà…ascolta!!!” “Non ti muovere Clà!” “Calma!” “Ora sistemiamo tutto Clà…Sistemiamo tutto…”

Le lacrime che strabordano dai suoi occhi non piangono un dolore fisico ma esternano la disperazione di aver disintegrato un sogno altrui. Il peso in cuore, in capo e sullo stomaco che si sente addosso, è 100 volte più grave di quello che l’altro da al suo sogno.

Le prime parole sono: “Prenditi la mia. Clà, prendila!”

Sinceramente nemmeno ci penso a cosa mi devo prendere. Non ho nemmeno guardato cosa è rimasto di ciò che fino a quel momento ero convinto che fosse un mio sogno. Voglio solo che sia tutto intero, che stia bene, che cammini, che respiri e che ci sia. Lo voglio come prima. Il sogno ora è avere lui che stia bene. Questo è il sogno che voglio che si realizzi!

Oggi sono fortunato: Il mio sogno appena nato, si è realizzato!

Il resto:

  • Una Ducati 748, una Buel ed un 996. Un indiano sorridente e sullo sfondo le isole del lago maggiore coccolate e protette dalle bianche Alpi. L’ultimo ricordo di ciò che a lungo è stato un mio sogno è ora immortalato su qualche ignaro computer, disperso in qualche angolo del mondo.
  • Non ci ho mai nemmeno fatto una foto con il mio sogno di una vita e sinceramente ora, non me ne frega un cazzo di non avere più una ducati 748 rossa.

Non me ne frega perchè ora, so che potrò fare ancora molte foto con un amico. So che lui sarà ancora al mio fianco e mi rallegrerà quando ne avrò bisogno. Il Lui che appena si è accorto che la sfiga l’aveva messo in condizione di ferire l’animo di un amico, si è alzato vergognandosi di un qualcosa di cui non aveva colpa, gli è andato incontro e inchinandosi gli ha messo fra le mani il proprio sogno, cedendoglielo di cuore, ed implorandolo di prenderselo.

Questa è NOBILTA’ allo stato puro!

Nobiltà & Sogno del momento realizzato, sono stati ottimi motivi per una bella boccia di bianco la domenica sera!

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2 risposte a Nobiltà allo stato puro!

  1. eddy ha detto:

    Io c\’ero, quei secondi quegli istanti VISTI E VISSUTI in prima persona,di due amici in quella situazione,di un\’AMICO sdraiato strisciando sull\’asfalto,di due sogni rossi infranti in pochi secondi,rumori lacrime parole…. e la FORTUNA nella sfortuna di quella mattina, di aver ancora TUTTO INTERO L\’AMICO CON IL QUALE PASSAR TANTI ALTRI MOMENTI, nobiltà allo stato puro in quei secondi indimenticabili….

  2. Pingback: …e non ti resta che ringraziare | Lo spazio del Cabajo

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