Un tranquillo inizio di settimana :S

ore 7.30 colazione controllando la mail

ore 8.00 alle ore 8.30 conferenza con Australia da casa

ore 9 visita dal dottore

ore 9.30 fino alle 10.30 conferenza con India da casa

ore 11.30 fino alle 12.00 conferenza con Inghilterra dall’aeroporto di Malpensa

ore 14.45 fino alle ore 15.00 veloce scambio di mail con il capo (che ha scritto prima di partire da londra e che ora è in volo)

ore 15.30 inzio riunione in Germania

ore 17.30 riunione faccia a faccia con il capo

ore 18.00 alle ore 18.30 conferenza con gli Stati Uniti

ore 19.30 – sono di fronte ad un meritato stinco di maiale + una bella weiss bier in compagnia del capo e di un nativo-deutch…nel centro di Monaco 🙂

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Bimbi & adulti

Aeroporto di Francoforte:

Vedere un bimbo di colore con il sorriso sulla bocca, spingere un trolley contromano mandando in panico una fila di adulti incolonnati su un tapis rullant, non ha prezzo!

Anche se la bella sheriffa Tedesca ti ha appena spedito dietro alla lavagna per farti fare la perquisa da un omaccione :S

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Figli e genitori

“I vostri figli non sono i vostri figli. (…) Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi. E non vi appartengono benchè viviate insieme. (…) Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono scoccati lontano. L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero infinito, e con la forza vi tende, affinchè le sue frecce vadano rapide e lontane.”

Gibran Khalil (1883-1931), poeta e scrittore libanese.

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…e non ti resta che ringraziare

Quando vedi un amico piangere per la perdita di un amico.

Quando vedi l’asfalto mangiarsi la pelle di un amico.

Quando in garage trovi il cavalletto come unico rimasuglio di una moto che non c’è più.

Quando sei in scia al tuo amico e lo vedi scivolar via

Pensi che sei stato in qualche modo molto fortunato… e non ti resta che ringraziare.

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Scritto nel 1726 e attualissimo – La gestione del Tesoro (I viaggi di Gulliver)

La sua attenzione cadde infine sulla gestione del tesoro: pensava, disse, che la memoria mi avesse ingannato perchè avevo computato le nostre tasse a cinque, sei milioni l’anno e quando ero arrivato a menzionare le uscite aveva trovato che ammontavano, talvolta a più del doppio…

Tutto il capitolo è meritevole di lettura!

Capitolo 6 – I viaggi di Gulliver

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La “fuga”

Forse a quei tempi andava questa: http://www.youtube.com/watch?v=apM81TvAkao 😉

Alla fine avevo 15 anni e più danni che buone azioni al mio attivo.
Dissi ai miei che andavo a Milano a trovare un amico. Presi il treno e da Milano ci  passai…ma proseguii sino a Firenze, dove prevedevo di incontrare “la mia cotta” estiva. Arrivati in stazione, io e Davide (che in realtà era di Milano ed esisteva davvero), rimanemmo spiazzati nel non trovare le due ragazze fiorentine che eravamo andati a trovare di comune accordo.

Dopo un’ora di attesa e inutili telefonate, Davide mi guardò e mi disse: “Clà, hai mica il numero di quell’Antonella del campeggio con cui avevi avuto una storiella?”. Lo avevo e quando venne in stazione a recuperarci ci disse: “Proprio non me lo aspettavo che mi faceste questa bella, bella sorpresa!”.

Ecco… in quel momento mi sentii una pessima persona.

In realtà eravamo andati a Firenze per altre donne, che puntualmente, come ogni pessimo finale che si rispetti, si presentarono in stazione al momento di partire per il nostro stupore (ed anche per quello di Antonella che a quel punto capì tutto)!

 

 

 

Per riuscire a rientrare in serata e non fami sgamare dai miei, prendemmo il treno dopo nemmeno 3 ore di permanenza a Firenze. Verso le 10 i miei mi chiesero come era andata a Milano e per la seconda volta nello stesso giorno, mi sentii pessimo.

Accesi la Vespa e fuggii verso la festa dove avrei tentato di mandare giù il gusto che alle pessime persone resta sempre in bocca…

Per la cronaca: Oggi ho detto a mia madre della marachella e ci ha riso sopra…ai tempi mi avrebbe preso per le orecchie 😛

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Sound of broken strings…

…arrivi a casa dei tuoi e riscopri una chitarra sommersa dalla polvere. La custodia in finto cuoio trasuda l’inchiostro di quel manuale che mai sei riuscito a seguire. Ti eri fermato perchè la chitarra si era scordata…proprio come tu per tutti questi anni.

La prendi in mano e pensi che la tecnologia ora, potrebbe aiutarti a riaccordarla e ad apprendere. Apri la custodia e butti il manuale ormai marcio ed obsoleto. Accendi il pc e scopri che esistono programmini gratuiti per darti il tempo che credevi perso e per insegnarti ciò che non hai mai imparato.

La tua chitarra ha ancora tutte le sue corde. Manca il plettro ma tanto oggi ti limiterai a corteggiarla e darle dei suoni che per anni ti hanno aspettato. Fai dei tentativi per capire come funziona il programmino appena scaricato e ti meravigli che il tuo PC, possa dirti se tirare o smollare un filo. Lui ti ascolta attento e tu segui le indicazioni. Giri piano piano e vedi la barretta rossa avvicinarsi al suo target. La tua chitarra sussurra qualche scricchiolio che reputi legato al tempo. Poverina! Ne ha diritto a lamentarsi. Giri, giri e giri, ma più di così non sale. Temi che qualcosa nella tua chitarra si sia stancato di aspettarti e si sia messo a scioperare. Tu non ti arrendi e tiri sempre di più eeee… STAC!

Ti ricordi che non sei un musicista e che di sol, la o altre note, non ne capisci nulla. Hai tentato di accordare la corda del LA con la frequenza del SI…

STAC – fine della prima lezione (domani si va in negozio a comprare corde e plettro) 😉

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Ad ogni uno, il suo Piccolo Principe

Credo che ogni uno di noi abbia un suo piccolo principe.

Un personaggio che in qualche modo ti riporta in un pianeta più umano.

Per un minuto due o per sempre non conta.

Lui arriva e lo fa. In quel momento ti
regala un respiro di umanità, che era imprigionato dentro di te.

Ian lo ha fatto con me questa estate quando la Vespa ha deciso di lasciarci a piedi nel bel mezzo del nulla.

Dopo ore di fatica a spingere in salita, a ricevere porte in faccia da persone poco amichevoli e a sopportare un sole che scottava, lui è arrivato distraendomi dal “problema” di capire come muoversi e rientrare in Italia.

“Je m’appelle Ian” – Tutto qui. Questo è bastato ad un bimbo per riportarmi in un mondo più felice.

Auguro a tutti di incontrare il proprio Piccolo Principe

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MissUnderstanding

Him: What languages do you know?
Me: Italian, English and a bit of Chinese 🙂
Him: :S
Me: :/
Him: I mean…what programing languages do you know?
Me: :S ah!

Dilbert couldn’t do worst 🙂

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Learning

“Predicare meno e razzolare meglio”

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